Parto naturale: come funziona, quando sceglierlo e gestione del dolore

Non tutti saprebbero indicare l’esatta differenza tra un parto naturale ed un parto spontaneo, tra un parto vaginale ed il cosiddetto parto fisiologico. A riprova di ciò basti far caso all’abitudine, peraltro abbastanza diffusa, di utilizzare questi termini quasi come se fossero dei sinonimi. Ecco allora un piccolo articolo informativo sul parto naturale.

Il parto naturale

Un parto è naturale perché non subentra alcuna condizione esterna a sollecitarlo o a provocarlo. In poche parole si verifica nel momento esatto in cui mamma e bambino sono effettivamente pronti a concludere la gravidanza. Si tratta quindi di una situazione idealmente esistente anche in contesti non ospedalieri e che ha riguardato il genere umano per secoli e secoli.

La donna sceglie, pur con tutte le implicazioni del caso, di sottostare così ai limiti imposti dalla natura. Tuttalpiù le sarà consentito di stimolare le contrazioni o di ricorrere a pratiche che permettano di controllare il dolore a patto però che ciò non significhi assumere sostanze chimiche o richiedere l’intervento dei chirurghi. Non è quindi permesso ad esempio il taglio cesareo, a meno che non ci sia un’effettiva necessità.

Quando scegliere il parto naturale

L’OMS ha invitato le future mamme e gli specialisti del settore a preferire sempre il parto naturale a patto ovviamente che non sussistano rischi per la donna e per il bebè. Chiaro è che in questi casi il concetto di sicurezza può svanire nell’arco di pochi secondi: per questo motivo la fase di travaglio ed il parto vero e proprio saranno sempre seguiti e supervisionati dalle ostetriche.

Il parto naturale può essere scelto dalla stragrande maggioranza delle gestanti. Esse però devono giungere al momento critico in buone condizioni di salute e devono aver condotto il loro percorso gestazionale senza particolari problemi. I rischi insomma devono essere minimi sotto tutti i punti di vista, calcolati ed affrontabili in ogni momento.

In generale si sconsiglia perciò di optare per il parto naturale se si è già subito un cesareo, se si sa che sono in arrivo dei gemellini, se i bimbi sono podalici, se si è acconsentito all’epidurale o se si è indotto il travaglio con dei farmaci.

Una precisazione: se la futura mamma ha optato per un parto naturale, questo non significa che in caso di necessità non si possa rivedere la sua decisione e rivalutare qualche altro metodo. A volte del resto è fondamentale rivedere in corsa le scelte effettuate, ma l’importante è comunque preservare la propria salute e soprattutto quella del piccolino.

Parto naturale e dolore

La nascita è un evento traumatico per il corpo della madre: c’è poco da fare. Tuttavia ogni donna reagisce in maniera diversa ai dolori del parto e non è detto che la stessa persona non affronti differentemente la nascita del primo, del secondo o del terzo bambino. Statisticamente, ad esempio, i parti successivi al primo implicano una minore sofferenza per la madre.

Vero è però che tutte, istintivamente, hanno paura del momento in questione. Tra le fobie più diffuse c’è quella di non saper gestire il dolore. Molto importante in tal senso sarà il ruolo del personale medico oltre che del parente eventualmente scelto per accompagnare la donna in sala parto.

Torna comunque utile sapere che ai dolori si può far fronte aiutando la paziente a compiere i giusti movimenti, ad assumere alcune posizioni piuttosto che altre, preparando nei giorni precedenti al parto dei pasti leggeri, rassicurando la donna e creando un ambiente nell’insieme gradevole e tranquillo.

A questo proposito è bene sottolineare che molte partorienti in piena fase di dilatazione traggono benefici dall’immersione in acqua. Ciò è consigliabile però soltanto se non sussistono determinate patologie e comunque dietro supervisione medica.

Il pre parto

Non sono molte le operazioni da compiere prima di partorire, soprattutto se si opta per un iter naturale. Il suggerimento è quello di valutare con cura la struttura sanitaria a cui rivolgersi, di informarsi sulle procedure in modo da compiere delle scelte ponderate e di frequentare dei corsi di preparazione. In questi contesti sentirete spesso parlare del metodo Bradley, un percorso formativo che coinvolge mamma e papà (qui troverete maggiori dettagli sull’argomento).

Sappiate inoltre che per indurre il travaglio potreste dover far uso di lassativi o di tisane oppure permettere al personale medico di toccare l’utero anche se non è ancora giunto il momento del parto.

Il suggerimento per affrontare al meglio quest’avventura è quello di mantenersi, nei limiti del possibile e del salutare, attive sino all’inizio del travaglio. Ricordate che scegliere il parto naturale in molti casi significa ridurre la possibilità di andare incontro a rischi chirurgici. Inoltre sappiate che non dover sopportare i dolori causati dalla presenza di punti vi potrà permettere di accantonare pancerine et similia (per altro dannose) e di riprendere prima una sana vita sessuale. Il parto naturale infine risulta anche meno traumatico per il neonato.